Isola del Garda
L’Isola del Garda (o isola di Garda) è una delle cinque isole del lago omonimo, la maggiore per dimensioni e anche l’unica ad essere abitata, situata a breve distanza dalla località di San Felice del Benaco, sponda bresciana del Garda.
Questo piccolo scrigno che emerge dalle acque del lago (l’isola è lunga circa un chilometro e larga 60 metri di media) custodisce una bellissima villa realizzata secondo lo stile neogotico veneziano, circondata da splendidi giardini e da un parco rigoglioso. Attualmente l’intera isola del Garda a San Felice del Benaco è di proprietà della famiglia Cavazza che ha fatto dell’isola Borghese la sua residenza privata e, a partire dal 2002, si occupa di rendere questo tesoro fruibile ai turisti.
A pochi metri da questa lingua di terra si distingue lo Scoglio dell’Altare, uno dei punti di immersione più conosciuti e più apprezzati dell’intero lago. Ad esso si lega un’antica leggenda che reca memoria di una messa che veniva celebrata annualmente su questo scoglio: si racconta che pescatori da tutto il lago arrivassero qui sulle loro barche per assistere alla funzione.
A breve distanza troviamo anche l’isolotto di San Biagio, o Isola dei Conigli, che emerge dai bassi fondali a sud della nostra isola.
Storia dell’isola del Garda e della sua villa dall’epoca romana ai nostri giorni
La storia dell’Isola del Garda affonda le sue origini nell’età romana. Allora si chiamava Insula Cranie. Ben centotrenta lapidi romano-galliche, ora custodite presso il Museo di Brescia, confermerebbero l’antica frequentazione.
Il progressivo declino dell’Impero romano ebbe ripercussioni anche su questa piccola isola, che subì una fase di abbandono ed incuria, durante la quale divenne facile preda di pirati che la utilizzarono come rifugio per le loro scorrerie.
Per tornare a sentire parlare dell’isola del lago di Garda bisogna arrivare all’879, anno in cui è documentato un decreto emanato dall’allora re d’Italia, Carlomanno di Baviera. Dal testo si evince che l’isola venne donata ai frati del monastero di San Zeno di Verona.
Da quel momento la sua storia si legherà a diverse ed importanti figure di religiosi, a partire da San Francesco d’Assisi che, ritornando da un viaggio in Oriente, si fermò a visitare diversi luoghi del Nord Italia. Colpito da quest’isola così isolata dal mondo, ne ottenne in dono una parte dall’allora proprietario Biemino da Manerba, il quale a sua volta l’aveva ottenuta in concessione dal Barbarossa nel 1180. Per realizzare il suo piccolo eremo San Francesco scelse la zona settentrionale dell’isola sul lago di Garda, più ricca di scogli, ideale per insediare la sua comunità di frati.
Anche Sant’Antonio da Padova sarà accolto nell’eremo nel 1227, mentre alcuni versi della Divina Commedia (Inferno, canto XX) sembrano serbare memoria del passaggio sull’isola del sommo poeta Dante Alighieri (1304).
Arriviamo così al XV secolo quando il romitorio francescano venne trasformato in un monastero vero e proprio per volontà di San Bernardino da Siena. Lo stesso religioso partecipò in prima persona alla stesura del progetto che prevedeva la costruzione di una chiesa, delle celle, del chiostro e dei giardini (1429).
Quattro decenni più tardi, nel 1470, padre Francesco Licheto, appartenente ad una nobile famiglia bresciana, i Lechi, fondò una scuola di filosofia e teologia che conferì ulteriore lustro all’isola del Garda, già importante luogo di meditazione monastica.
La morte dell’ecclesiastico segnò un periodo di decadenza per il centro religioso che, tra il 1685 ed il 1697, si ridusse a luogo di ritiro spirituale per giovani novizi.
Il monastero, ormai quasi del tutto inutilizzato, verrà soppresso da Napoleone Bonaparte che aveva acquisito l’intera isola nel 1797.
La fase storica successiva vide l’Isola del Garda diventare proprietà del demanio per passare poi nelle mani di differenti padroni, fino a quelle del conte di Brescia Luigi Lechi, il quale diede il via ad importanti interventi di costruzione e restauro (1817). Ulteriori modifiche e miglioramenti vennero apportati da suo fratello Teodoro, al quale l’aveva ceduta vent’anni più tardi, nel 1837.
La posizione strategica dell’isola sul Lago di Garda fece gola allo Stato che, nel 1860, la espropriò con l’intenzione di realizzarvi una fortezza militare, progetto che non venne mai portato a termine. Si decise, invece, di venderla all’asta: sarà il barone Scotti ad aggiudicarsela, per rivenderla subito dopo al duca di Genova Gaetano de Ferrari, che vi si trasferirà insieme alla moglie, l’arciduchessa Maria Annenkoff, nobildonna di origini russe. È in questo periodo che verrà costruita la villa come la vediamo oggi.
La proprietà passerà nelle mani della figlia Anna Maria che sposerà il principe Scipione Borghese (non a caso l’Isola del Garda è conosciuta anche come Isola Borghese). La villa sarà ereditata nel 1927 da Livia, figlia del principe, che andrà in moglie al conte di Bologna Alessandro Cavazza. I pronipoti ne mantengono ancora la proprietà.
La villa: un gioiellino in stile neogotico
La straordinaria villa che occupa gran parte dell’Isola del Garda risale ai primi anni del Novecento ed è attualmente residenza privata della nobile famiglia Cavazza. Ma quella che possiamo ammirare oggi è solo la sua ultima e bellissima trasformazione.
La prima villa sull’isola del Garda venne fatta costruire dal conte Luigi Lechi su ciò che restava dell’antico monastero. Da Isola dei Frati, altro nome con cui era conosciuta, diventò un’isola residenziale per accogliere la famiglia del nuovo proprietario. Tra i lavori di nuova costruzione è interessante menzionare il porticciolo realizzato sulla base del progetto proposto dall’architetto Rodolfo Vantini nel 1830.
Teodoro Lechi, subentrato al fratello come proprietario dell’isola, ordinò un ampliamento della residenza, dotando il complesso di una serie di terrazze che digradano dolcemente verso il lago.
La definitiva trasformazione dell’allora villa Lechi si deve al duca de Ferrari ed alla sua consorte Maria Annenkoff. Il nuovo palazzo dell’isola del Garda venne costruito a cavallo tra il XIX ed il XX secolo seguendo lo stile neogotico veneziano, ossia per intenderci quello adottato anche per il Palazzo Ducale di Venezia. Nonostante un progetto di base estremamente complesso, che era stato affidato all’architetto Luigi Rovelli, l’edificio mantiene una sua unità compositiva e stilistica. La regolarità delle facciate della villa sull’isola del Garda è interrotta da numerose finestre terminanti ad arco acuto, mentre la torre che si erge maestosa nell’angolo sud-ovest della villa presenta delle bellissime merlature a coronamento e ricami floreali ad alleggerirne i lati.
Il grande palazzo ospita al suo interno ben sessantatré stanze tra le cui pareti sono custoditi piccoli tesori, per lo più cimeli appartenenti alla famiglia Borghese-Cavazza, ma anche ritratti ed alcune foto d’epoca. In una delle stanze è conservata una tela assai pregevole del pittore Carlo Carloni.
I meravigliosi giardini e il parco della villa
La natura ha qui un ruolo da coprotagonista. La dimora nobiliare è ulteriormente impreziosita dai suoi bellissimi giardini all’italiana, contemporanei alla villa novecentesca. Questa definizione si usa per descrivere una tipologia di giardini in cui gli spazi vengono suddivisi sulla base di criteri geometrici e le siepi vengono modellate per creare delle figure e dare vita a vere e proprie sculture vegetali. Tra queste forme verdi uscite dalle mani di esperti giardinieri, lo stemma della famiglia del duca de Ferrari ricorda ancora oggi chi diede il via alla loro realizzazione.
I giardini dell’isola del Garda ospitano un gran numero di piante locali, ma anche di provenienza esotica. Numerosi sono gli alberi da frutto: peri, limoni, pompelmi, melograni, cachi, olivi si distribuiscono per lo più nella terrazza inferiore, quasi ad affacciarsi con le loro fronde sulle acque del lago. Nei pressi della villa sull’isola del Garda si trovano, invece, alcune palme che arrivano direttamente dalle Canarie. Tra i fiori sono numerose le rose, presenti in tante varietà diverse, che danno vita ad un più spontaneo giardino all’inglese.
Tutte queste essenze così sapientemente distribuite, dai colori armoniosi e dai delicati profumi, contribuiscono a creare una sorta di giardino dell’Eden, pensato per catturare gli sguardi sia di coloro che giungono dal lago, sia di coloro che lo osservano dalle terrazze superiori della villa dell’isola del garda nelle visite guidate.
Ai giardini così precisamente progettati e disegnati si contrappone l’aspetto selvaggio e probabilmente più suggestivo del grande parco che occupa la parte pianeggiante dell’isola. Solo recentemente aperta al pubblico, quest’area accoglie al suo interno cedri, lauri, querce caduche, platani, pioppi, pini, abeti, cipressi di palude e cipressi sempreverdi. Non mancano arbusti frammisti agli alberi ad lato fusto ed alcune essenze tipiche della macchia mediterranea.
Come visitare l’Isola del Garda
Questa piccola perla del lago di Garda, tuttora residenza privata, si mostra agli occhi incantati dei visitatori da ormai diciassette anni, da quando cioè i suoi proprietari decisero di aprire le porte della villa e dei suoi tesori a chiunque fosse interessato a visitare l’isola del Garda. Dal 2002, infatti, i fratelli Cavazza organizzano visite guidate dal mese di aprile a quello di ottobre (tranne nei giorni di chiusura, lunedì e sabato).
Essendo l’isola raggiungibile solo con le barche, i porti delle più importanti località turistiche del Garda predispongono servizi privati di trasporto nautico per raggiunger l’isola del Garda in traghetto, appoggiandosi ad accordi stipulati con la stessa famiglia Cavazza. La visita dell’isola avviene, infatti, solo su prenotazione. Sarete guidati in un tour che vi condurrà all’interno di alcune delle più belle stanze della villa, tra i profumi ed i colori dei suoi incantevoli giardini all’italiana e all’inglese, tra la vegetazione rigogliosa ed intatta del parco.
Inserita nel circuito delle Dimore Storiche Italiane e dei Grandi Giardini Italiani, l’Isola del Garda si conferma una tappa obbligata per i visitatori che vogliono scoprire anche le bellezze più nascoste dell’antico Benaco.